Figlie di S. maria della Provvidenza di Don Guanella

L’Opera don Guanella è presente in Genova con due case di carità che bene evidenziano gli ambiti tipici del suo servizio ai poveri. La Casa dell’Angelo è una struttura per ragazzi presente a Sestri Ponente. Ospita minori, con gravi problemi familiari, affidati dal Tribunale per i minorenni. La Casa Beato Luigi Guanella si trova invece in Albaro ed è una struttura che accoglie persone anziane.
Le due opere testimoniano anche in Genova la presenza delle due distinte congregazioni volute dallo stesso fondatore: quella maschile (i Servi della Carità) presente a Sestri con 3 confratelli e quella femminile (le Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza) presente in Albaro con 7 suore.

Profilo Biografico del Beato Luigi Guanella

Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino in Val San Giacomo (Sondrio) il 19 dicembre 1842. Il padre Lorenzo, era uomo severo e stimato, per 24 anni sindaco di Campodolcino, la madre Maria Bianchi, una donna dolce e paziente, da loro nacquero 13 figli.
Il giorno della sua prima comunione, come lui stesso racconterà anni dopo, mentre al pascolo era raccolto in preghiera, in una visione la madonna gli indicò la sua missione in favore dei piccoli e dei poveri. A dodici anni Luigi ottenne un posto gratuito nel collegio Gallio di Como e proseguì poi gli studi nei seminari diocesani (1854 - 1866). La sua formazione culturale e spirituale è quella comune ai seminari nel Lombardo Veneto, per lungo periodo sotto il controllo dei governanti austriaci; il corso teologico era povero di contenuto culturale, ma attento agli aspetti pastorali e pratici: teologia morale, riti, predicazione e, di più, alla formazione personale: pietà, santità, fedeltà. La vita cristiana e sacerdotale si alimentava alla devozione comune fra la popolazione cristiana. Questa impostazione concreta pose il giovane seminarista e sacerdote assai vicino al popolo e a contatto con la vita che esso conduceva. Quando tornava al paese per le vacanze autunnali si immergeva nella povertà delle valli alpine; si interessava dei bambini e degli anziani e ammalati del paese, passando i mesi nella cura di questi, e nei ritagli si appassionava alla questione sociale , raccoglieva e studiava erbe medicinali, si infervorava leggendo la storia della Chiesa..In seminario teologico entrò in familiarità col vescovo di Foggia, Bernardino Frascolla, rinchiuso nel carcere di Como, poi a domicilio coatto in seminario (1864-66), e si rese conto della ostilità che dominava le relazioni dello stato unitario verso la Chiesa. Questo vescovo ordinò G. sacerdote il 26 maggio 1866.
Entrò con entusiasmo nella vita pastorale in Valchiavenna (Prosto, 1866 e Savogno, 1867-1875) e, dopo un triennio trascorso presso don Bosco (1875-1878), fu di nuovo in parrocchia in Valtellina (Traona, 1878-1881), per pochi mesi a Olmo e infine a Pianello Lario (Como, 1881-1890).
Fin dagli inizi a Savogno rivelò i suoi interessi pastorali: l'istruzione dei ragazzi e degli adulti, l'elevazione religiosa, morale e sociale dei suoi parrocchiani, con la difesa del popolo dagli assalti del liberalismo e con l'attenzione privilegiata ai più poveri. Non disdegnava interventi battaglieri, quando si vedeva ingiustamente frenato o contraddetto dalle autorità civili nel suo ministero, così che venne presto segnato fra i soggetti pericolosi ("legge dei sospetti"), specialmente dal momento che pubblicò un libretto polemico (Saggio di ammonimenti familiari per tutti, 1872). Nel frattempo a Savogno approfondiva la conoscenza di don Bosco e dell'opera del Cottolengo; invitò don Bosco ad aprire un collegio in valle; ma, non potendo realizzare il progetto, il Guanella ottenne di andare per un certo periodo da don Bosco.
Richiamato in diocesi dal Vescovo, e preceduto dalla fama di prete “poco equilibrato”, aprì in Traona un collegio di tipo salesiano; ma anche qui venne ostacolato; si andò a rimestare le controversie di Savogno e gli fu imposto di chiudere il collegio. Si mise a disposizione del vescovo con obbedienza eroica. Dopo un breve periodo trascorso nella parrocchia di alta montagna di Olmo, mandato a Pianello del Lario, poté dedicarsi all'attività di assistenza ai poveri, rilevando l'Ospizio fondato dal predecessore don Carlo Coppini, con alcune orsoline che organizzò in congregazione religiosa (Figlie di S. Maria della Provvidenza) e con queste avviò la Casa della Divina Provvidenza in Como (1886), con la collaborazione di suor Marcellina Bosatta e della sorella Beata Chiara. La Casa ebbe subito un rapido sviluppo, allargando l'assistenza dal ramo femminile a quello maschile (congregazione dei Servi della Carità), benedetta e sostenuta dal Vescovo B. Andrea Ferrari. L'opera si estese ben presto anche fuori città: nelle province di Milano (1891), Pavia, Sondrio, Rovigo, Roma (1903), a Cosenza e altrove, in Svizzera e negli Stati Uniti d'America (1912), sotto la protezione e l'amicizia di S. Pio X. Le opere e gli scopi che cadono sotto l'attenzione del Guanella, e gli impedirono di fermarsi con don Bosco, sono quelli tipici della sua terra di origine. Molti i bisognosi: bambini e giovani, anziani lasciati soli, emarginati, handicappati psichici, ma anche ciechi, sordomuti, storpi. La sua prima casa di Como era chiamata, da alcuni con simpatia da altri con malevolenza, un’ arca di Noè.  Morì a Como il 24 ottobre 1915. 

Carisma

Il carisma del Beato Luigi Guanella è l'annuncio biblico della paternità di Dio. Questa intuizione spirituale ha fatto sorgere in lui anzitutto un'esperienza personale profonda di fede e di abbandono nel Padre amorevole e provvidente: "E’ Dio che fa". Ha inteso poi l’attenzione concreta con la quale Dio Padre si prende cura di tutti i suoi figli attraverso il Figlio Gesù, Buon Samaritano. Due scritti del fondatore rivelano più di altri la “spada di fuoco” che avrebbe animato il suo cuore e lo zelo nel servire i poveri e gli abbandonati: Andiamo al Padre (1880) e Il Fondamento (1885). Dio è padre di tutti e non dimentica né trascura nessuno dei suoi figli.
La paternità di Dio non è stata per Don Guanella una semplice e generica intuizione, capace al più di ispirare dal di fuori la sua missione di carità. Dono dello Spirito è stato capirne la forza innovativa dentro la vita e le relazioni. Don Guanella ha visibilizzato il Dio Padre creando tra i suoi collaboratori, i suoi preti e le sue suore rapporti umani intrisi di stima e sollecitudine, capaci poi di generare un clima carico di familiarità e di affetto, a beneficio dei poveri e degli ospiti della casa. Ha voluto anche che il clima di vera famiglia si concretizzasse in soluzioni strutturali e gestionali pensate a misura d'uomo. Proprio per questo, in campo educativo, ha adottato e insegnato, sull’esempio di don Bosco, metodo preventivo.
La santità di Luigi Guanella sta nella perfezione non solo morale, ma ontologica, conforme alla sua esperienza della paternità di Dio. Cercò sempre, fin dalla giovinezza, una coerenza tra il pensare, credere e agire; lo nota fin dal ginnasio il suo insegnante di religione: "Cerca con singolare diligenza di approfondire tutte le parti dell'insegnamento, sente ed ama quel che impara e ne informa la vita" (Registri scolastici, Archivio Collegio Gallio, Como).Come sacerdote, ministro di Dio, il suo incontro con Dio Padre fu partecipazione alla sua carità immensa, alla onnipotenza creatrice e provvidente, alla misericordia incarnata e redentrice e divenne crocevia di incontro degli uomini con Dio, attraverso e mediante la carità del santo verso i fratelli bisognosi (cf. G.L. Il montanaro, 1885, pp. 3234).
Si aggiungano le forme proprie del tempo: le devozioni al S. Cuore, alla Vergine Immacolata e un'ascetica austera fatta di penitenze, di preghiere, di severità e osservanza, di lavoro e sacrificio per la missione della carità. Il tutto condito con uno stile di semplicità, di tolleranza, di misericordia, di speranza gioiosa, quasi in contrasto col suo carattere energico, volitivo, fatto per rompere gli indugi, qualche volta impulsivo e irascibile.
Su questa via verso la santità guidò la discepola beata suor Chiara Bosatta, capolavoro della sua arte di educatore e di direttore spirituale.
Don Luigi Guanella è stato proclamato beato da Paolo VI il 25 ottobre 1964. Il suo corpo è venerato nel Santuario del S. Cuore in Como insieme a quello della Beata Chiara Bosatta.

La presenza in Genova

L’Opera don Guanella è presente in Genova con due case di carità che bene evidenziano gli ambiti tipici del suo servizio ai poveri. La Casa dell’Angelo è una struttura per ragazzi presente a Sestri Ponente. Ospita minori, con gravi problemi familiari, affidati dal Tribunale per i minorenni. La Casa Beato Luigi Guanella si trova invece in Albaro ed è una struttura che accoglie persone anziane.
Le due opere testimoniano anche in Genova la presenza delle due distinte congregazioni volute dallo stesso fondatore: quella maschile (i Servi della Carità) presente a Sestri con 3 confratelli e quella femminile (le Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza) presente in Albaro con 7 suore.

Casa ricovero per anziani
La Casa Beato Luigi Guanella in Genova-Albaro

Chiamate e benedette dall’Arcivescovo Mons. Ludovico Gavotti, per una nuova Opera di assistenza benefica il 17 Maggio 1915, le Figlie di S. Maria della Divina Provvidenza, fecero la loro comparsa nella città di Genova. Giunte nella città della lanterna vi fondarono un’istituzione caritativa in favore delle bambine povere; era il 6 Marzo 1916. Fu chiamato a presiedere la cerimonia don Aurelio Bacciarini, primo successore di Don Luigi Guanella, alla guida della novella famiglia guanelliana. Lo stesso sarebbe stato di lì a breve eletto Vescovo di Lugano (Svizzera). Nell’occasione, rievocando il comune padre don Luigi Guanella, affermò che fin dal lontano Maggio 1910, passando da Genova, aveva espresso il vivo desiderio della presenza delle sue figlie e dei suoi figli spirituali, nella grande città marinara, perché vi esplicassero la loro attività caritativa ed apostolica e con l’aiuto della Provvidenza, ne facessero una pedana di lancio per le lontane missioni. Il sogno del Fondatore si realizzò pari-pari dopo la sua morte.
L’Opera delle suore guanelliane iniziò la sua presenza nella zona di Albaro con   bambini  dai tre ai sei anni. La denominazione iniziale era: “Asili Permanenti Benedetto XV° “.
La prima casa, presa in affitto per tale scopo divenne ben presto insufficiente per il continuo  aumento dei bambini (180)e di nuove urgenti richieste dato il sopraggiungere della guerra. Con i piccoli orfani di guerra accrescevano le preoccupazioni per le suore che dovevano provvedere ad ogni necessità. Sofferenze e umiliazioni furono in quei primi tempi il loro pane quotidiano: “La nostra opera procede lenta, a sbuffi, ma indomita come una vecchia locomotiva che fa ciuf, ciuf… Ricordatevi che il fondamento della Case della Divina Provvidenza è indicato dalla lettera “f”, ripetuta quattro volte: fame, fumo, freddo e fastidi”. Il buon Dio però benedisse e fecondò i sacrifici sostenuti e l’Istituto andò sempre  meglio consolidandosi. I  bambini assistiti ed educati dalle suore frequentavano dalla Scuola Materna fino alla Terza classe Elementare.
Nell’anno 1972, i piccoli ospiti lasciarono definitivamente l’Istituto e la Casa fu trasformata per ospitare persone anziane. Da allora la casa ha subito notevoli e radicali trasformazioni adeguandosi agli standard della normativa vigente e accoglie attualmente 52 ospiti.

Riferimento a Genova



 
 
   
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